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Ironico
o no, alla fine di questa serata le presenze saranno molte di
meno di quelle della sera precedente, nonostante gli headliner
della serata fossero i Cypress Hill, se la memoria non mi inganna
per la prima volta in Italia.
Sul
Main Stage partono gli Altro, da Pesaro; incerti
e senz'altro emozionati, non fanno una grande impressione. Dopo
di loro, dall'Islanda i Bang Gang, per un breve
set, delicato, lascia intendere che chi viene da quell'isola
deve avere una dolcezza innata. La serata continua esplorando
le sfaccettature del rock; ci sono i Karate,
americani, ottimi tecnicamente, con arrangiamenti ricercati,
quasi soul in alcune venature. Dopo, i The National, anche loro
americani, disinvolti sul palco, risultano un interessante incrocio
tra il vecchio Bowie, i Joy Division e gli U2.
Misteri
delle scalette, dopo di loro salgono sul palco i livornesi Appaloosa.
Giovani, bravi anche loro tencicamente, non catalogabili musicalmente.
Canzoni solo strumentali, suonano in tre, batteria e due bassi,
oppure, lasciando invariati basso e batteria, un componente
va alla tastiera e agli effetti, oppure alla chitarra, ma usandola
da contorno. Potremmo definirli progressive, ma probabilmente
risulterebbe riduttivo. Una scelta musicale coraggiosa.
Arrivano
in seguito i Black Rebel Motorcycle Club, suonano
per 45 minuti, e risultano migliori di quanto erano sembrati
l'autunno scorso, soprattutto quando eseguono i loro pezzi più
tirati e meno complessi. Forse, nonostante la logica dica il
contrario, sono più adatti ai festival che ai concerti
nei club.
Con
un vezzo da star, più o meno 15 minuti dopo che il cambio
palco sembra apparentemente completato, a mezzanotte in punto
salgono sul palco i Cypress Hill. Oltre a Sean
Dog, B.Real e DJ Muggs, c'è solo un percussionista (davvero
portentoso però) sul palco, ma il suono non lascia per
niente a desiderare. Molti estratti dall'ultimo "till death
do us part", ma anche diverse escursioni nel passato ("how
I could just kill a man", "I wanna get high",
"doctor greenthumb" e altre), per un concerto di quasi
un'ora e mezzo che scalda i presenti, li coinvolge e li fa muovere;
consueti inneggiamenti alla ganja (B.Real che se ne accende
una platealmente rivolto alla telecamenra che rimanda il tutto
ai due grandi schermi laterali), Sean Dog che interagisce col
pubblico come può, usando lo spagnolo, e la scoperta
invece che B.Real non padroneggia la lingua latina altrettanto
con disinvoltura. Nonostante l'alleggerimento dell'ultimo cd,
dal vivo i Cypress Hill non dimostrano cedimenti.
di:
Ale
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