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- La niña santa – di Lucrecia Martél  2004 -

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La Ciénaga, provincia argentina, Amalia e Josefina, due amiche adolescenti, sono molto legate alla parrocchia, passano i pomeriggi a discutere di temi di dottrina ecclesiastica, e vengono continuamente invitate a scoprire la loro vocazione; nel frattempo sono preda delle loro prime pulsioni sessuali, che assecondano cercando di non peccare. La mamma di Amalia, Helena, ha un albergo, dove è in corso un congresso di medici otorinolaringoiatri; il più libertino si accoppia allegramente con farmaciste compiacenti, mentre il suo polo opposto, il dottor Jano, al quale non pare rimanere troppo simpatico l’altro, flirta con Helena, ma molesta Amalia (non sapendo di chi è figlia), appoggiandole il sesso al suo fondoschiena, mentre le ragazze assistono ad un’esibizione di thereminvox per strada; tutto questo pur essendo sposato con tra figli.
Quando, nei giorni conclusivi del convegno, la famiglia lo raggiunge, l’epilogo rischia di essere uno scandalo.
Secondo film della Martél che, dopo “La ciénaga” si conferma regista difficile ma sicuramente originale. Film duro da vedere (fotografia dimessa, inquadrature anticonvenzionali e volutamente “sbagliate”, dialoghi insulsi come spesso accade nella vita reale, situazioni morbose e perverse talmente disturbanti da suscitare ilarità ipocrita in sala), ma recitato spontaneamente, richiede impegno e regala una conclusione discutibile ma coraggiosa.

Visto anche che siamo sotto le feste, si consiglia solo ad un pubblico adulto, smaliziato, che ha voglia di mettersi in discussione.
Siate preparati e non aspettatevi verità assolute e buonismo.

di: Ale