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Bridget adesso è felicemente fidanzata con Darcy, che la ama
così com’è, nonostante lei si lasci andare a congetture
fantascientifiche; ma il rapporto entra in crisi comunque.
Bridget finisce in Thailandia per un reportage insieme a Cleaver,
dopodiché in prigione (come l’ha definita giustamente Natalia
Aspesi, “una prigione da operetta”). Darcy la salverà, e
l’amore, nonostante tutto, trionferà.
Così come il fortunatissimo libro della Fielding, anche il film
ha il suo seguito, che ricalca piuttosto fedelmente la trama
(appunto, del secondo libro di e su Bridget Jones); così come il
seguito letterario, anche il sequel cinematografico risulta più
fiacco.
Ad essere sinceri, la regista (diversa dal primo episodio) ci
mette del suo per rendere soporifero il tutto; il ritmo
scarseggia, le battute sistemate qua e la stentano a far ridere,
le cover di pezzi famosissimi usate come colonna sonora
stuccano.
Renèe Zellweger, impressionante nel suo ulteriore ingrassamento,
ma anche lei scontata nelle sue smorfiette; la preferiamo in
altri ruoli; Firth legnoso, da rimarcare Jim Broadbent nel ruolo
del padre di Bridget totalmente succube della moglie, così come
ben descritto dalla Fielding. Un film che potete tranquillamente
evitare.
di:
Ale
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