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Elektra e’ una killer, affascinante, spietata, bravissima nel
suo lavoro. Ex bambina prodigio delle arti marziali, allontanata
dal suo maestro, orfana di madre, uccisa nel suo letto da un
guerriero che lei ha visto subito dopo l’assassinio. E’ fredda e
solitaria, malinconica e bellissima. L’ultimo compito che
accetta, per una somma astronomica, e’ piu’ complicata del
previsto : per un caso fortuito entra in contatto con le vittime
(un padre vedovo e la figlia adolescente), e ne rimane
affascinata. Non riesce ad ucciderli, anzi, ne diventa la
paladina e li difende a rischio della sua vita. I mandanti,
l’organizzazione criminale chiamata ‘’La Mano’’ pero’, ha i suoi
motivi per braccare i due.
Torniamo a parlare di una trasposizione cinematografica di un
fumetto, e torniamo a parlare di un fiasco. I critici e, pare
anche il pubblico, ultimamente assegnano la palma del migliore
allo Spiderman di Raimi. Mi fermo e penso che anche Raimi e’
lontanissimo anni luce dal fascino del Batman di Burton.
Intendiamoci, anche su carta ci sono diverse ciofeche, ma la
percentuale di grandi opere invece pare piu’ alta. Cosi’ come
con Batman, Miller sfioro’ il capolavoro con Elektra, creando un
personaggio femminile allo stesso tempo sexy come la Valentina
di Crepax o le donnine di Manara, ma intenso e crepuscolare,
carico di conflitti interni e fascinoso ai massimi livelli.
Il
film di Bowman e’ debole di sceneggiatura, ed e’ sostanzialmente
insignificante. Un vero peccato, perche’ Jennifer Garner,
nonostante finora non abbia dimostrato una forte e spiccata vena
drammatica, e’ una interprete a mio parere azzeccata.
Complice il personaggio che l’ha lanciata, l’agente speciale
Sydney Bristol del serial-culto Alias, Jennifer e’ bella,
fragile ma durissima in combattimento, sinuosa senza essere
maggiorata. Quante donne riescono a fare gli autosollevamenti
con un braccio solo e non risultare volgari (esempio : Demi
Moore in ‘’Soldato Jane’’)?
Chissa’ che Tarantino, piu’ volte ospite in Alias, non le abbia
messo gli occhi addosso, e che decida di farla diventare
un’icona come ha fatto con la Thurman.
Peccato per un film che dopo 10/15 minuti si sgonfia
clamorosamente, ma la fiducia in Jennifer e’ illimitata.
Il
mitico costume rosso (quante polemiche per quello nero
erroneamente fattole indossare in DareDevil) si apprezza in una
sola, lunga scena; durante questo combattimento, nella prima
parte dentro la casa tra lenzuoli bianchi che si sollevano, c’e’
un fotogramma, una posa di Jennifer/Elektra nella quale
riconoscerete per un attimo la vera Elektra, quella di Frank
Miller. E’ poco, e probabilmente e’ una ‘’soddisfazione’’
cercata a forza nel deserto dello script; ma cosi’ e’.
di:
Ale
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