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Novembre 1989, Hermann e Clarissa si ritrovano nella hall di un
albergo proprio mentre la Germania festeggia la caduta del muro
e la riunificazione. Si amano ancora, e decidono di andare
finalmente a vivere insieme, di costruire la loro casa dei
sogni. Casualmente, la casa e’ a due passi da Schabbach, paese
natale di Hermann; la cosa sembra costringerlo a riavvicinarsi
alla famiglia e alle sue radici, ma forse era quello che Hermann
cercava da tempo.
Clarissa ingaggia degli artigiani della Germania Est per
ristrutturare la casa, e questo li mettera’ di fronte alle
problematiche della riunificazione; ma non solo a quelle.
Dopo i primi due cicli, Heimat e Heimat 2, che abbracciavano la
storia tedesca dal 1919 al 1988, e girati soprattutto per la tv,
Reitz esce nei cinema col terzo lavoro, composto di sei episodi,
che vanno complessivamente dal 1989 al 2000.
Per chi non conoscesse i lavori precedenti, molti protagonisti
sono gli stessi; Hermann addirittura e’ presente nei tre cicli,
nel 2 e nel 3 e’ interpretato dallo stesso attore (Henry Arnold),
invecchiato naturalmente.
Qualche critico sostiene che questa serie di film possono
prescindere anche dalla visione dei due cicli precedenti;
sinceramente non so che impressione possano fare, vedremo alla
fine di questo ciclo; certo e’ che la conoscenza dell’intera
opera aiuta a capire l’atmosfera (che passa dall’ironia alla
tragedia cosi’ come dal bianco e nero al colore), ma
soprattutto, fa provare una sorta di piacere immedesimante, nel
momento in cui lo spettatore si sente parte della storia.
Reitz ha il pregio di mettere sullo schermo una saga che unisce
la storia travagliata (come del resto quella di altre grandi
nazioni europee), imponente e ingombrante della Germania vista e
vissuta dall’interno, e al tempo stesso la saga della vita di
tutti noi : la famiglia, la nascita, l’adolescenza, la
ribellione giovanile, la ricerca di un senso, la maturita’, il
confronto col lavoro, col mondo, con la politica, gli sbagli, le
emozioni, l’allargamento della famiglia, il viaggio, il ritorno
a casa. Se vi sembra poco…
di:
Ale |