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1974, Stati Uniti d’America. Sam Bicke e’ un uomo sensibile,
ideologicamente intransigente, insofferente a qualsiasi tipo di
prevaricazione, ma fondamentalmente un debole. Figlio di
immigrati, non riesce a realizzare il sogno americano a
differenza del fratello piu’ grande al quale finisce per rubare
in maniera che piu’ meschina non si puo’. Il suo matrimonio e’
andato in pezzi, e lui e’ l’unico a non rendersene conto; non
riesce a conservare un lavoro se non per brevissimi periodi,
coltiva progetti lavorativi surreali, anche il suo migliore
amico ormai lo compatisce.
Esasperato, decide di perseguire un progetto folle, per essere
ricordato dai posteri, e per punire colui che la sua mente
individua come il responsabile del suo fallimento ma anche del
declino americano verso la dittatura dei bugiardi e
l’affermazione di una schiavitu’ : il presidente Richard Nixon,
in quel periodo sovraesposto alla televisione (vero incubo del
film; politici avvertiti, altro che treppiedi…..).
Decide di ucciderlo dirottando un aereo e facendolo schiantare
sulla Casa Bianca (motivo, pare, dei problemi ai quali e’ andata
incontro questa sceneggiatura) e di lasciare dei ‘’diari’’ di
testimonianza su nastro, che invia a personaggi famosi (nel film
solo al maestro Bernstein, nella realta’ a molti altri, anche
attori, tra i quali Marlon Brando).
Tratto da una storia dimenticata, ma realmente accaduta,
angosciante anche se si sa benissimo come non andra’ a finire,
‘’The Assassination’’ e’ una lenta e disperata discesa
all’inferno senza clamore, di un uomo senza qualita’ (ma che non
per questo merita di impazzire), stritolato da una vita,
consentitemelo, di merda, ingabbiato da un idealismo da quattro
soldi, ma onesto, un uomo predisposto si, alla follia, ma
sicuramente aiutato a raggiungerla. Da cosa, giudichera’ lo
spettatore.
Bel tocco del debuttante Muller, un film coraggioso da mettere
sullo schermo (un plauso a tutti i produttori e a chi ha
fortemente voluto il film), che fa pensare a quanto sia facile
‘’sbagliare’’ e a quanto siano diverse le reazioni dell’opinione
pubblica, a seconda di come viene guidata e dalla situazione
ambientale del momento, ottimi comprimari (sempre piu’ bella, e
brava, anche se trasandata, Naomi Watts), ma c’e’ da dire, senza
nulla togliere al film, che esso stesso non esisterebbe senza
uno straordinario Sean Penn.
di:
Ale |