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				Seconda metà degli anni '60, Hong 
				Kong.Il giornalista Chow, distrutto da un amore finito, si inventa 
				scrittore di fantascienza, e usa le donne che conosce per 
				caratterizzare i personaggi dei suoi racconti. nel frattempo, 
				nella realtà vaga da una donna all'altra, spezzando cuori ma 
				ricevendo altrettante delusioni, il tutto nell'indelebile 
				ricordo dell'amore perduto.
 Ideale seguito dell'indimenticato "In the mood for love", il 
				film è un canto all'amore (anche se nasce da rapporti mercenari) 
				: cambiano i tempi, ma l'amore rimane, e ci porta alla deriva.
 La leggenda vuole che il regista si presentasse sul set con due 
				fogli di copione al giorno; in effetti, la sceneggiatura sembra 
				navigare a vista, ma l'eleganza di questo Lynch dell'amore fa sì 
				che gli si perdoni tutto, anche quasi 90 minuti di ralenti su 
				due ore di film : in qualsiasi altro film, di qualsiasi altro 
				regista, risulterebbero fastidiosi oltre che stucchevoli.
 Invece, questa sorta di capo ultras dei feticisti (i primi piani 
				delle scarpe col tacco si sprecano, e sono gioia per gli occhi), 
				soddisfa in pieno gli esteti del cinema, i romantici ad oltranza 
				e gli amanti delle donne orientali. Un po' meno tutti gli altri.
 Inferiore al predecessore, ma godibile se si appartiene alle 
				categorie sopra citate.
 
				di: 
                  Ale |