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Cina,
circa 2000 anni fa, sette regni si combattono continuamente
tra loro; un eroe, Senzanome, uccide tutti i cospiratori contrari
al re di Qin, e per questo viene ricevuto dal re in persona;
ma le sue intenzioni sono opposte, e i suoi presunti rivali
non sono morti.
Arriva sui nostri schermi con due anni di ritardo (nel gennaio
2005 uscirà il nuovo "la foresta dei pugnali che
volano") questo film di Zhang Yimou che ha deciso di dare
una virata nella sua filmografia, e di esplorare il genere wuxia
omaggiandolo; lo fa con un cast orientale di prim'ordine, un
budget alto, una storia classica dove però ci mette del
suo (sinceramente, conoscendo la sua filmografia, come avrebbe
potuto non farlo?).
Il film risulta, ad onor del vero, pesante in alcuni momenti
(e, sempre ad onor del vero, questi spadaccini orientali che
volano hanno un po' rotto i coglioni, mi si passi il francesismo),
ma, anche per chi non è un appassionato del genere, ha
dalla sua una eleganza formale elevatissima, il che lo rende
un piacere per gli occhi quasi ad ogni scena; eleganza che è
evidente nei costumi, nelle scelte cromatiche, ma persino nella
maniera nella quale "cadono" i drappeggi dei vestiti,
il tutto è di altissima qualità visiva; l'abuso
del ralenti, invece, stucca alquanto.
Il messaggio pacifista, che arriva quasi a sopresa nella seconda
parte del film, segna un altro punto a favore del regista; tra
l'altro, si vede pochissimo sangue in questo "Hero".
In definitiva, un wuxia atipico per gli appassionati, una prova
sperimentale per un grande regista, un film di non facile fruizione
per il grande pubblico, nonostante tutto il battage pubblicitario
scatenatogli attorno (quando, fino al film precedente, per vedere
un film di Zhang Yimou bisognava cercarsi delle sale d'essai).
Una favola orientale girata come un grande esercizio di stile.
di:
Ale
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