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1950, Londra; Vera è una donna
umile, povera, ma felice; ama suo marito che la contraccambia,
hanno due figli, Sid, il maschio, che fa il sarto ed è un
ragazzo brillante e in gamba, e la femmina Ethel, operaia in una
fabbrica di lampadine, un po' sciatta, semplice, bruttina e poco
estroversa. Il marito Stan lavora in un'officina automobilistica
insieme al fratello, che ha sposato una donna veramente
antipatica.
Vera fa le pulizie in diverse case borghesi, ed è una donna
sempre allegra, pronta a dare una mano a chiunque, buona d'animo
e pura di cuore. Ha anche un'altra "attività", che tiene
nascosta a tutti : aiuta le ragazze povere ad abortire con
metodi casalinghi, e non ha mai pensato di chiedere soldi per
questo. Nemmeno si immagina che l'amica che le segnala le
"ragazze in difficoltà" ci guadagni sopra. Una di queste ragazze
però, ha una complicazione grave, e Vera si ritrova davanti ad
un tribunale penale.
Il nuovo film di Leigh ha dei pregi, ma anche diversi difetti;
visto che è presentato come "il capolavoro di Mike Leigh", e si
porta in dote il leone d'oro di Venezia e la coppa Volpi per la
protagonista Imelda Staunton, è normale saltino agli occhi i
difetti.
La situazione familiare di Vera, anche se si capisce serva a
creare le condizioni di sbigottimento per quando verrà
incriminata, è quasi stucchevole; inoltre, con tutta la buona
volontà dello spettatore, lo sbigottimento di Vera è difficile
da giustificare; semplice e ignorante quanto vuoi, ma qualche
sospetto, almeno sulla liceità delle proprie azioni di fronte
alla legge, non può non venirti.
Certo, il film serve per far capire molte cose, prima di tutto
che, come sempre, i ricchi se la passavano bene anche in
situazioni spiacevoli come queste, e per dare il suo contributo
sulla discussione sull'aborto.
Paradossalmente però, la cosa più deliziosa del film è la storia
d'amore tra la figlia di Vera, Ethel, e Reg; una dimostrazione
di come l'amore sia più forte di tutto e di tutti.
Dalla sua, oltre alle intense
recitazioni (ricordiamoci che Leigh lavora senza copione, e
confrontiamo questo film a "2046" di Wong Kar Wai), una
fotografia adatta alla collocazione storica e il tentativo di
descrivere senza giudicare.
Conoscendo la filmografia di Leigh, un po' poco per gridare al
capolavoro.
di:
Ale
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