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                Jagoda 
                  (fragola) è di Belgrado, ha appena cominciato a lavorare 
                  in un supermarket all’americana, è insoddisfatta e sogna 
                  una vita migliore, magari con l’uomo della sua vita che ancora 
                  non c’è; una sera, proprio sull’orario di chiusura, innervosita 
                  dalla sua collega che le ha soffiato un appuntamento galante 
                  e che l’ha lasciata sola a chiudere le casse, rifiuta di vendere 
                  delle fragole ad una vecchina. Il giorno dopo, suo nipote Marko 
                  arriva armato nel supermarket e prende tutti in ostaggio per 
                  vendicare il torto subito dalla nonna. 
                  Fragoroso, debordante, colorato, insensato, assolutamente sopra 
                  le righe, il film racchiude l’insegnamento di Kusturica (produttore 
                  e autore di un cameo) e tutta la carica balcanica, insieme al 
                  gusto del grottesco tipico della filmografia non solo balcanica, 
                  ma anche di tutti i paesi ex comunisti; dialoghi spesso insensati 
                  ma divertenti, ironia pesante sul mondo occidentale, ammissione 
                  della pazzia generalizzata che regna in Serbia. 
                Sopra 
                  le righe e divertente, svariate citazioni e momenti di ilarità 
                  incontrollabile. 
                di: 
                  Ale 
                
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