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Agghiacciante,
se dovessi descriverlo con un solo aggettivo. Garrone conferma la sua
attenzione per le storie "disturbate", e ne esce un film
intenso, personale, terribile.
Eccezionale inoltre, il contrasto tra la "spontaneità" delle
recitazioni e dei dialoghi (vi sfido a trovare un film che sembri meno
film di questo; vi sembrerà di assistere a dialoghi e avvenimenti
quotidiani, con le sovrapposizioni e gli accavallamenti delle voci le une
sulle altre, i silenzi imbarazzati a seconda delle situazioni), e la
poesia ruvida di alcune bellissime inquadrature (l'apice nella scena del
recupero dell'oro dopo il raschiamento delle pareti dell'ex laboratorio
orafo del protagonista; bella anche la suggestiva sequenza sui titoli di
testa con la voce off del protagonista).
La storia, tratta dal libro (a sua volta ispirato ad una storia realmente
accaduta) "il cacciatore di anoressiche" di Carlo Mariolini, ci
racconta la caduta in un baratro di una coppia; un uomo e una donna si
incontrano in un appuntamento al buio, nasce una storia che man mano si fa
più intensa; lui, in fissa con le donne magre, con una pressione
psicologica crescente, la porta al limite della bulimia, lei, accecata
dall'amore, si priva di una vita propria.
Girato a Vicenza e dintorni, il protagonista, Vittorio, è interpretato
dallo scrittore Vitaliano Trevisan (anche co-sceneggiatore), la
protagonista, Sonia, è l'attrice di teatro Michela Cescon, che ha perso
realmente 15 chili per il film.
Per palati forti.
di: Ale |