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Oltre
3000 anni fa, Agamennone regnava, con la forza più che
con il senno, sulla Grecia; la fuga di Elena, bella e giovane
moglie del fratello Menelao, con Paride, figlio di Priamo re
di Troia e fratello minore di Ettore, gli offre il pretesto
per attaccare definitivamente il loro regno; Achille, il guerriero
greco più forte e leggendario, combatte per lui, ma non
lo ama.
Si sarebbero potute perdonare a questo film le gravi incongruenze
“storiche” e il fatto che ancora oggi come nei peplum del dopoguerra
si continuano a preferire, ovviamente, gli attori di fama nonostante
la “morfologia” non si addica alle fattezze storiche in questione,
solo se in fondo, il film avesse dato emozioni forti.
Così
non è, e quasi tre ore sono dure da sopportare senza
emozione.
E pensare che i personaggi che fornivano ampi spunti di approfondimento,
a partire dalla figura di Achille, non mancavano davvero.
Invece, si risolve tutto in un susseguirsi di battaglie (alcune
ben filmate, ad onor del vero), duelli, amori, discorsi epici
piuttosto nulli, tutto rimane superficiale e, come già
detto, poco emozionante.
Peter O’Toole francamente buffo con i capelli cotonati, cast
con l’elettrocardiogramma piatto, Pitt talmente bello da risultare
abbagliante (è un “problema” che ha spesso; si riflette
poco su quanto sia bravo, anche se sicuramente quella in “Troy”
non è la sua migliore interpretazione).
di:
Ale
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