In
toto 13 tracce che ripercorrono nel loro
viaggio, varie etnie sonore, in cui è lecito rivivere emozioni di un
passato, che in alcuni tratti, non è per niente recente.
Buone prove da parte di tutti i musicisti, che hanno realizzato questo
lavoro, maturità è la parola che rispecchia alla lettera il disco, ed in
ognuno di loro, chi in maniera più accentuata, chi in tono minore, si
coglie una spiccata attitudine al mezzo.
Ozric Tentacles, King Crimson, Russell, ecc… queste alcune delle
influenze colte qua e là all' ascolto, il TRIO
FORMICA si merita la palma di miglior performance, senza
togliere niente assolutamente agli altri, all' interno della
compilation.
Vecchie sonorità, accostate ad un tocco di originalità sono l' anima di
" INSIDEOUT ".
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:: Note
sul progetto ::
"INSIDEOUT” racconta l’esperienza delle Serate Illuminate”,
festa estiva con performance artistiche nel parco del Centro Residenziale
Franco Basaglia di Livorno, negli anni 1998-2002, con il linguaggio delle
fotografie e della musica.
Il “Basaglia” è nato nel 1994 per ospitare cittadini livornesi
ricoverati nel Manicomio di Volterra, negli anni successivi ha risposto ai
bisogni di altri cittadini con lunghe storie di sofferenza e di dolore che
lì hanno trovato uno spazio, un tempo, un pensiero che lì ha “contenuti”
e che tuttora per-mette loro una vita dignitosa e serena.
Nel Basaglia si intrecciano le 5 case dei 22 pazienti e le aule dove
studiano e si incontrano, variamente distribuiti, educatori, studenti,
infermieri, medici volontari ... italiani e stranieri: una “casa” dove
i pensieri girano, si incontrano e che offre alloggio e diritto di
cittadinanza anche ai pensieri primitivi, cercando di renderli più
consapevoli e vivibili. Serate Illuminate è nata dalla sinergia di tutti
i soggetti che nel corso dell’anno attraversano gli spazi e riempiono il
tempo del Basaglia. In particolare è rivolta alle fasce giovanili
composte da coetanei dei tirocinanti e studenti che con noi condividono la
quotidianità e che spesso non trovano spazi di espressione nella città.
Rendere attraversabile e, quindi, trasparente lo spazio dove vivono
pazienti gravi e gravissimi vuol dire combattere la cronicizzazione e l’emarginazione
proponendo il protagonismo degli ultimi, di quelli che “non hanno le
parole”.Trovare una “casa” per i pensieri, dice il personaggio del
Matto nel Re Lear di Shakespeare, è la cosa più importante e difficile.
Quotidianamente nel nostro lavoro mettiamo insieme frammenti di oggetti,
di pensieri, di colori, di esperienze altrimenti opachi e non
utilizzabili, come fa, appunto il poeta con le parole e come ha fatto
quell’anonimo sarto/a che, mettendo insieme con pazienza e con amore
anonimi pezzi di stoffa apparentemente senza valore, ha magicamente dato
vita alla maschera-persona di Arlecchino. L’arte e la terapia possono
essere una faccenda scomoda, perturbante anche per i possibili fruitori.
Nella Repubblica, Platone sottolinea che l’arte e gli artisti suscitano
un sacro timore, sono considerati un pericolo per l’ordine e sono
sottoposti ad una strana censura, ad un rito che sembra volerne
esorcizzare la potenza destabilizzante: “.... Se un tale uomo viene da
noi per mostrarci la sua arte ci metteremo in ginocchio da lui, come
davanti ad un essere raro. L’ungeremo con la mirra, gli porremo un serto
di lana sulla testa e lo manderemo via, in un’altra città.” Un
dialogo più stretto tra creatività artistica e medicina può essere una
faccenda scomoda per tutti perché rompe il monopolio di un linguaggio
clinico tradizionale e delle sue paralizzanti certezze. Il prodotto
estetico ha il potere di proporre nessi imprevisti e può far riflettere,
anche dolorosamente, sui profili dell’identità professionale, e delle
vicissitudini fisiche e psichiche dei diversi attori sociali che animano
il teatro della cura.Il parco del Basaglia è abitato da decine di
installazioni artistiche più o meno effimere, più o meno immobili,
perché manipolate dalle intemperie che ossidano le strutture ed alterano
i colori, e dai pazienti che con loro interagiscono. Anche i grandi
corridoi interni cominciano ad essere contaminati da presenze di cose
belle ed attraenti, pensate per suscitare interesse. Si lavora nelle case,
nel parco, nell’orto .... Si studia nelle aule .... Si riflette nei
gruppi di operatori e pazienti .... Si fa sport, musica, pittura .... In
un fluire quotidiano si sperimenta il cambiamento nelle cose ed in se
stessi, negli altri, nasce la speranza e l’idea del futuro. Non
conosciamo altre parole per descrivere il significato profondo della
chiusura dei manicomi voluta dalla legge 180. Visitatori stranieri e
studiosi che per periodi più o meno lunghi sono stati nostri “compagni
di viaggio” ci hanno restituito l’immagine di un “Popolo del
Basaglia”, un popolo fatto da pazienti, operatori, familiari, volontari
studenti, artisti ..., un popolo che ha valori, credenze e culture
condivise e riesce a far vivere e crescere una esperienza complessa e “magica”
inspiegabile solo con la razionalità organizzativa; un popolo che
comunica l’emozione di questa esperienza, emozione che attiva desiderio
di vivere che è il senso, vero, di questo lavoro.Quando abbiamo sognato,
la prima volta, Serate Illuminate, abbiamo visto un museo all’aperto di
arte marginale nel parco del Basaglia, inserito negli itinerari artistici
e turistici della città; abbiamo sognato che la vecchia lavanderia,
abbandonata nel parco, restaurata, diventasse il “Box Office” del
museo per esporre le opere più preziose e delicate; abbiamo sognato
scambi con artisti stranieri, scambi e comunicazioni nuove, opportunità
per i nostri pazienti, ma anche e soprattutto per la città. L’Azienda
USL ha sostenuto ed accompagnato la nostra esperienza con grande
sollecitudine e partecipazione e per questo ringraziamo i suoi dirigenti,
ma anche vorremmo ringraziare gli operai, gli elettricisti, i cuochi, le
sarte .... che ci hanno aiutato nei mille problemi urgentissimi che man
mano ci si sono presentati. La città ha risposto con le centinaia di
persone, ogni anno più numerose, affollando i nostri luoghi fino a notte
fonda.
Grazie Ivana Bianco
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