Libri___________________________________________toscanainconcerto__ |
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Amabili resti - di Alice Sebold Un
libro davvero bello, che sono sicuro amerete alla follia a meno che non
abbiate un cuore di pietra. Una ragazzina di 14 anni viene stuprata,
uccisa e fatta a pezzi da un maniaco, e racconta, oltre a brevi flashback
del suo passato, la vita dei suoi amici e, soprattutto, della sua
famiglia, negli anni che seguono la sua morte; un domino di avvenimenti
che scaturiscono, a partire dalla sua scomparsa, generati da questo
sconvolgente accadimento, con lei che li osserva "dall'alto".
Scrittura semplice, agghiacciante a tratti, lampi di comicità, momenti di
una intensità quasi insopportabile, davvero troppo forti per lasciare
insensibili. Fight Club - di Chuck Palahniuk Un
esordio fulminante. La ragazza con l'orecchino di perla - di Tracy Chevalier -1664, Delft, Olanda, una sedicenne di famiglia protestante è costretta dalla perdita della vista del padre, a causa di un incidente lavorativo, ad andare "a servizio" in una casa abitata da una famiglia cattolica.La casa è quella del pittore Johannes Vermeer. Bell'intreccio, scrittura scorrevole, ottima descrizione delle dinamiche dell'epoca per la seconda prova (la prima tradotta in Italia) della statunitense trapiantata a Londra Tracy Chevalier. Sospeso tra verità e leggenda, forse manca un po' di pathos, ma tutto sommato il libro risulta interessante per mettere a fuoco quanto poteva essere difficile vivere in quell'epoca. Alta Fedelta' - di Nick Hornby - Guanda -Non
si può cominciare una relazione di qualunque tipo con chi ha una
collezione di dischi diametralmente opposta alla tua-. Frasi come questa
ci fanno capire che Hornby ha scritto questo libro per gli amanti della
musica, per tutte quelle persone che credono -nell'amore cantato nelle
canzoni pop-, per I sognatori, per chi affronta la vita senza certezze,
vivendo sull'onda di un'emozione, di un sentimento, che anche una canzone
può provocare. Per chi pensa che ci sia un disco giusto per ogni stato
d'animo e perchè no anche un ordine diverso per I propri dischi a seconda
delle varie fasi della vita, per chi non sa mettere in fila I suoi 5
dischi preferiti perchè nella loro diversità sta la bellezza, questo è
il libro adatto. Melissa IL GENERALE E IL GIUDICE (seconda) di Luis Sepùlveda - Guanda Ho
appena finito di leggerlo e ancora mi risuonano nella testa parole come
desaparesidos, torture, regime, paura. Un libro per riflettere. A
trent'anni dall'uccisione del presidente del Cile, Allende (proprio l'11
settembre…), una raccolta di articoli e pensieri sull'arresto del
dittatore cileno Pinochet, che poteva essere l'occasione per il riscatto
di un'intero popolo, dopo anni di soprusi passati quasi inosservati al
mondo e all'opinione pubblica, ma che si è rivelata l'ennesima beffa per
I familiari di quelle persone a cui il regime dittatoriale cileno ha tolto
la parola e la libertà per sempre. Melissa IL GENERALE E IL GIUDICE (prima) di Luis Sepùlveda - Guanda L'amica
che mi ha prestato il libro ha detto che dovevo "leggerlo
assolutamente"....beh, aveva ragione!! Non conoscevo Sepùlveda ma,
fin dalle prime pagine, sono rimasto incantato dal suo stile carico di
passione e dal suo linguaggio semplice che raggiunge direttamente il cuore
del lettore (bellissime sono le parti in cui descrive l'atmosfera che
regnava a Santiago nel periodo
antecedente al golpe). Il libro è una raccolta di articoli che lo
scrittore ha pubblicato sull'onda emotiva della notizia dell'arresto con
l'accusa di genocidio e crimini contro l'umanità dell'ex dittatore cileno
Augusto Pinochet
(avvenuto a Londra il 16 Ottobre 1998 e che, purtroppo, alla fine si è
concluso con l'impunità dello stesso). Lori Stupid white Men - Michael Moore Certo,
è un libro "schierato" questo del regista del docu-film
"Bowling for Columbine" premiato con l'Oscar. Ma, anche se
conoscete un po' il lavoro di Moore, non come, forse, vi aspettereste.
Parla male, è giusto dirlo, di George W.Bush (con documenti e
"prove" piuttosto chiare, quindi, per così dire, "a ragion
veduta"), ma, attenzione, anche, e forse peggio, di Bill Clinton e di
Al Gore. A questo punto, non devo dirvi da che parte stia Moore, ma è
interessante scoprirlo da soli. Lo stile ironico e fuori dai denti, che lo
contraddistingue anche sullo schermo, lo rende digeribile anche quando
snocciola dati che, pur se interessanti, potrebbero diventare
noiosi. Mrs. Dalloway - Virginia Wolf - Feltrinelli Sulla
scia del successo cinematografico ma soprattutto delle recensioni di
"The hours" (che peraltro non ho visto!) mi sono convinta ad
acquistare "Mrs. Dalloway" di Virginia Wolf, che decisamente non
è il genere di libro che leggo abitualmente. Infatti mi sono avvicinata
circospetta, ho letto la prefazione e… Sorpresa! La storia mi ha
incuriosito fin da subito! Nonostante sia scritto in un linguaggio un po'
ostico per noi lettori moderni abituati a Hornby o Welsh il libro scorre
veramente bene. Melissa Confesso che ho vissuto - Pablo Neruda - Einaudi Se
pensate che le biografie siano noiose dovete assolutamente leggere
"Confesso che ho vissuto" di Pablo Neruda. Non è solo una
biografia, è la storia dei grandi avvenimenti del nostro secolo dal punto
di vista non solo di un grande scrittore ma anche di un uomo, che in
quegli avvenimenti si è trovato coinvolto in prima persona, suo malgrado,
in quanto personaggio pubblico. Che ha avuto il coraggio di dire sempre
quello che pensava e il coraggio di schierarsi, in un periodo in cui
prendere una posizione poteva costare la vita o l'esilio. Melissa
Non
scorre come i suoi precedenti romanzi, questo bisogna dirlo subito,
probabilmente perché indulge un po' troppo nell'approfondita
introspezione psicologica delle motivazioni di tutti i gesti e i
comportamenti dei protagonisti, in special modo dei due principali. E
magari, per chi non ha letto i suoi lavori precedenti, questo non è il
miglior modo di avvicinarsi alla scrittura moderna e cruda delle
Etxebarria.
Bastardo
figlio di puttana!! Quando meno te lo aspetti, quando stai
cominciando seriamente a pensare che si è imborghesito (rivedendo in
chiave "reazionaria" l'autocritica radical-chic di "come
diventare buoni"), quando sei tentato di fare per una volta una cosa
politicamente scorretta, come sbattertene della retorica con la quale
cerca di intortarti, parlandoti delle emozioni provocategli dal veder
crescere il figlio autistico, e spezzargli definitivamente le gambe, il
vecchio Nick piazza un uno-due, ti stende e vince ancora una volta.
Stimo
"a pelle" Mathieu, anche se non ci ho mai parlato (forse, ma non
mi ricordo bene, ci ho scambiato qualche parola anni fa, dopo un
concerto), per cui leggo sempre qualsiasi sua cosa, articoli, recensioni e
libri.
Doverosa
segnalazione per questa raccolta di racconti brevi, voluta da Hornby a
favore della causa di TreeHouse, una scuola per bambini autistici, la
quale ha giovato al figlioletto Danny. Senza gli orsi - Silvia Ballestra - Rizzoli Senza stare ad indagare sulle stranezze editoriali (la Ballestra ha
pubblicato il suo ultimo libro lo scorso anno, e adesso esce una raccolta di
racconti brevi, neppure nuovissimi?..l'industria editoriale sempre più come
quella discografica ?? e per il momento l'e-book non si scarica "di frodo".
oppure
si??), andiamo dritti a parlare di questa raccolta di racconti brevi, molto
distanti nel tempo (dall' 89 al 2002), dove tra l'altro ritroviamo anche il
mitico Antò Lu Purk, e altri personaggi che comunque, conoscendo la
bibliografia della Ballestra, ci suonano familiari.
Leggere
Coelho è facile, giudicarlo no.Si rischia di risultare troppo accomodanti
o troppo sprezzanti a proposito del suo lavoro. Scrive libri troppo in
fretta (e questo non significherebbe granché), e spesso mentre lo leggi
ti senti assalire dalla voglia di dirgli "ma sei il profeta
dell'ovvio!!". E' Oriente - Paolo Rumiz - Feltrinelli Il
perché si dovrebbe leggere questo libro, oltre che viaggiare, ve lo
spiego con uno stralcio del libro stesso.
Alcune persone che stimo hanno letto questo libro e ne sono rimaste entusiasmate; pur se vecchiotto ('98), ho provato a leggerlo anch'io. Il risultato è tutto sommato deludente. Il professore esamina alcuni "sapori" e "piccole cose" della vita alla riscoperta della lentezza e della genuinità; il senso della vita sta anche in queste cose, d'accordo, ma il libretto risulta un po' stantio e supponente, anche se scritto in maniera pomposa. Sinceramente, non avevamo bisogno che ce lo dicesse lui con piglio new age che la prima sorsata di birra è la migliore. Anche perché dopo si scalda. Razorama - Enrico Brizzi - mondadori C'è
un certo piacere nello scoprire un giovane scrittore promettente, italiano
per giunta, e seguirne la crescita, rimanendone sempre soddisfatti e, al
termine dei suoi libri, uscirne sempre arricchiti. Il caso di Brizzi è
uno di questi, ed è, a mio parere, uno dei migliori. Brizzi è un ottimo
narratore, ed è riuscito negli anni a perfezionare la sua prosa in
maniera quasi spaventosa. Questo "Razorama" è scritto in
maniera impeccabile, con un taglio quasi antico, bellissimo e, a tratti,
perfino difficile. Il problema è che l'intensità della storia ci
rimette. Le emozioni che da sempre il bolognese è riuscito a
trasmetterci, questa volta quasi mai fanno breccia nel cuore, anche se
l'intreccio risulta avvincente. Sono quasi sicuro però, che sarà solo un
passaggio verso un ulteriore miglioramento. "I verbi deponenti
deponevano contro di lui, e i riflessivi riflettevano la sua
ignavia." Middlesex - Jeffrey Eugenides - mondadori "sono nato due volte : bambina, la prima, un giorno di gennaio del 1960 in una Detroit straordinariamente priva di smog, e maschio adolescente, la seconda, nell'agosto del 1974, al pronto soccorso di Petoskey, nel Michigan". Questo l'incipit del libro in questione.Dopo quasi 10 anni del suo splendido debutto "le vergini suicide", torna Eugenides, e torna magistralmente, regalandoci questo libro assolutamente delicato nonostante il tema.Nonostante le oltre 600 pagine, la lettura è di quelle voraci, la storia avvincente, il percorso di Calliope (prima) /Cal(dopo) doloroso e intenso. Ma è lo "sfondo" che rischia di essere ancora più grandioso. Con ottimi espedienti di flash-back, Eugenides ci racconta (sicuramente) una parte della sua vita e delle sue radici, partendo dal 1922 e dall'antica Smirne, passando in rassegna la guerra tra Turchia e Grecia, l'arrivo delle navi degli immigrati negli USA, lo sviluppo e la caduta di Detroit (così, insieme alla lettura critica di "8 mile" ne sappiamo più di un americano del sud), la grande depressione, la seconda guerra mondiale, il Vietnam, la Corea, l'invasione turca di Cipro, l'LSD, il movimento hippy, la nascita della Nation of Islam, il razzismo negli USA, Nixon e il Watergate.......uno spaccato su 80 anni di storia e progresso americano, analizzato da un punto di vista acuto, senza mai segnare il passo nella prosa. E, in questi tempi di revisionismo, non può che far bene. Come detto prima, la storia rimane avvincente, le peripezie della/del protagonista (e della famiglia) affascinano e ci insegnano qualcosa. La "particolarità" dell'ermafrodito protagonista, grazie allo scrittore, viene affrontata in maniera emozionale e non lascia spazio né alle pruderie né alla volgarità. Un gran bel libro. Chuck Palahniuk - Soffocare - Mondadori Confesso, non avevo mai letto gli altri libri di Palahniuk.Ma letto questo, ho ordinato gli altri 3.Devo averli.Con la precisione di un medico, Palahniuk ci porta in una realtà parallela, quella dei sessodipendenti.Ne esce (e mi prendo tutta la responsabilità di questa affermazione) un nuovo "american psycho".Riesce a rendere credibile anche il finale, dove chiunque altro si sarebbe perso.Per palati forti, fortissimi, ironici, smaliziati e, si, un po' perversi......... Banana Yoshimoto - Presagio triste - Feltrinelli Eccoci qua, ancora un libro di Banana...a volte ci si chiede "ma perché continuiamo a leggerli?" e la risposta non viene....sembra che scriva sempre le solite storie, alla stessa maniera, eppure..eppure li compriamo, magari li lasciamo lì un po', a "decantare", poi una sera, quando meno ce l'aspettiamo zac : lo apri, lo leggi, lo finisci in un attimo.Ti lascia poco, ma a volte basta poco.Certo, pochi riescono a rendere così leggiadro anche l'incesto, quasi romantico.Ma è così.Sicuramente non è il massimo, non è il migliore, e non è fondamentale.Ma funziona. Ale Ti
prendo e ti porto via- N. Ammaniti Oltre ad essere le parole di una canzone, "Ti prendo e ti porto via" e' il primo libro di Ammaniti che mi capita di leggere. Non si fatica a capire che l'autore e' giovane: le storie, i vocaboli, il modo di scrivere lo svelano immediatamente. Lo stile e' fresco, ricco di dialoghi quasi a scapito delle riflessioni, ritmico, immediato. Nel plot si sviluppano due storie principali con due protagonisti maschili: Graziano Raglia e Pietro Moroni e infinite altre storie "satellite"comunque linkate alla vita dei nostri due punti di riferimento principali.Il romanzo si svolge perlopiu' in un piccolo centro della Maremma. Decisamente ironica e paradossale la scrittura di A. che racconta tramite i suoi personaggi una parte dell'infinito "genere umano", studiandolo con l'occhio del giovane osservatore e racchiudendolo in una galleria di stereotipi a cui ognuno di noi potrebbe appartenere. La storia appare fresca e leggera se non fosse per la virata decisa che, negli ultimi capitoli, spiazza il lettore ormai tranquillamente immerso nella lettura di un quasi "Harmony-Humour". Se si potesse consiglierei di leggere questo libro partendo dalla fine dove penso sia il vero senso di tutta la storia, lo svelarsi dei personaggi, l'espiazione delle colpe e, ma solo per Pietro, la redenzione. mm
"Eravamo partiti alle prime luci dell'alba e io avevo guidato per ore senza fermarmi. Nel corso di quel viaggio avevamo parlato, ascoltato musica dal mangianastri e, in certi momenti, cantato come ai tempi delle gite scolastiche in pullman. Dopo un paio d'ore che viaggiavamo lei era rimasta senza sigarette, e così, finché ce n'erano state, aveva fumato le mie senza problemi…" Otto racconti brevi, uno stile ironico e pungente. Ecco l'ennesimo successo di Enrico Brizzi, bolognese, iscritto alla facoltà di Scienze della Comunicazione, appassionato di musica, ma soprattutto scrittore dal talento vivace e spigliato: lo testimoniano titoli ormai celebri come "Jack Frusciante è uscito dal gruppo", "Bastogne", "Tre ragazzi immaginari", o ancora "Elogio di Oscar Firmian e del suo impeccabile stile". Stavolta Brizzi sceglie come protagonista incontrastato il tema della musica, ma in una variante diversa rispetto a quella che ci viene quotidianamente mostrata attraverso i videoclip e la radio: il rock, la cosiddetta "musica del diavolo", in questo caso diventa musica esistenziale, in quanto percorre costantemente le vite dei singoli personaggi, riflettendone ora i toni malinconici e drammatici, ora quelli riflessivi e contemplativi. Da qui il titolo. Il romanzo, quindi, assume la forma di un lungo viaggio, sempre accompagnato da uno sfondo musicale, sia che si tratti di ska, di ballate elettriche alla Neil Young, di musica leggera o di suoni al tempo stesso melodiosi e aggressivi come insegnano i Red Hot Chili Peppers. Potremmo dire che la musica è soltanto un diversivo in fin dei conti, un modo per parlare d'altro, ossia dei conflitti interiori che ogni individuo porta dentro di sé, dei fallimenti che ciascun uomo prova sulla propria pelle, ma soprattutto del tentativo disperato di non cadere nell' oblio e nella frustrazione. Tanta è la varietà musicale, quanto vasta è la ricchezza di temperamenti e di caratteri: ciascuno di noi porta con sé una colonna sonora, una melodia speciale e unica, che vorrebbe ascoltare nei momenti di difficoltà, per poter trovare nella musica ciò che non riusciamo a scorgere al nostro interno; ed è proprio questo che Brizzi tenta di realizzare: fa muovere e agire i propri personaggi spontaneamente, cercando di non intervenire anche laddove la storia rischia di parlare di aspetti banali e ordinari della vita, e riportando i pensieri come in una sorta di monologo, in cui l'autore aggiunge soltanto la musica, che scandisce ciascuna parola e lega in modo omogeneo l'intero romanzo. Roska.
"Non è il potere che corrompe, ma la paura. Il timore di perdere il potere corrompe chi lo detiene e la paura del castigo del potere corrompe chi ne è soggetto. […] I Birmani si erano stancati di un precario stato di passiva apprensione, in cui si sentivano come 'acqua in mani raccolte a coppa' del potere." Il concetto di 'democrazia' non riveste ovunque lo stesso significato: vi sono paesi in cui vengono negate anche quelle libertà basilari che per noi occidentali rappresentano un'acquisizione ormai stabile e scontata; paesi in cui soltanto il tentativo di contestare l'autorità può condurre un uomo alla morte; paesi in cui portare avanti un ideale può voler dire rimanere emarginati o messi in condizione di tacere; paesi in cui i comizi pacifici non possono avvenire senza il maltrattamento o l'imprigionamento dei dimostranti. Il libro ha come scenario proprio uno di questi contesti, la Birmania, attraverso cui si muove l'azione coraggiosa e instancabile della dissidente Aung San Suu Kyi. Suu Kyi, Premio Nobel per la pace nel 1991, ha dedicato la propria vita al tentativo di riscattare la libertà del suo popolo e della sua patria, fino a divenire la guida ideologica e pratica della Birmania avversa alla dittatura militare, assistendo dapprima all'uccisione del padre, anch'egli soprannominato eroe dell'indipendenza nazionale, e affrontando lei stessa, in un secondo momento, sei anni di arresti domiciliari, da cui venne liberata soltanto nel 1995. Tutto questo per aver cercato di ridare la speranza e il senso di dignità ad un popolo vessato da un potere intransigente che lo rende estraneo a qualunque tipo di scelta politica o gestionale, e per aver avuto il coraggio e la forza di esprimere pubblicamente il proprio pensiero, senza la paura delle conseguenze che lei stessa probabilmente prevedeva che avrebbero avuto luogo. Un'altra voce femminile si fa portavoce delle prospettive di affrancamento di un popolo, utilizzando, come già insegna Isabel Allende, gli strumenti della dolcezza e della pacatezza per denunciare un'ingiustizia ormai insostenibile. Nel libro Suu Kyi, appoggiata dal costante impegno del marito, il professor Michael Aris, e dei figli Alexander e Kim, offre un'analisi profonda e partecipe della realtà della Birmania, in tutti i suoi aspetti, dalle tradizioni religiose ai movimenti nazionalisti, dalla vita intellettuale ai rapporti con il resto del mondo, invitandoci a riflettere su quale sia il vero significato che il termine "libertà" porta con sè, ma soprattutto se è ancora possibile, in un contesto mondiale contraddistinto da forti squilibri politici e sociali, riscoprire il valore autentico di una parola ormai usata troppo ovviamente. Roska.
Corre
l’anno 1964, precisamente il 23 Marzo 1964, e John Lennon pubblica “In His
Own Write”, titolo successivamente tradotto nel più libero “Niente mosche
su Frank”. Il successo è immediato: non soltanto il libro vende più di 25000
copie nel giro di una settimana, ma riceve anche entusiastiche critiche da parte
dei maggiori quotidiani del tempo… fino ad oggi, 2001, in cui l’opera può
vantare di essere annoverata tra i best seller più letti. Roska. “Simili a una
risposta, i tre slogans sulla facciata del Ministero della Verità gli
ritornarono dinanzi agli occhi: LA GUERRA è PACE, LA LIBERTA’ è
SCHIAVITU’, L’IGNORANZA è FORZA.
“Novecento, perché cristo non scendi, una volta, anche solo una volta, perché non lo vai a vedere, il mondo, con gli occhi tuoi…tu non sei scemo, tu sei grande, e il mondo è lì, c’è solo quella fottuta scaletta da scendere, cosa sarà mai, qualche stupido gradino, cristo, c’è tutto, alla fine di quei gradini, tutto.” Oscillando tra testo teatrale e puro monologo, Baricco ci raffigura un’incredibile storia, la storia di una vita trascorsa viaggiando per i porti e i mari di tutto il mondo, la storia di un uomo chiamato Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento che suona il pianoforte da Dio…niente di inverosimile, se non fosse che è la storia di un uomo che, per mancanza di coraggio o per desiderio di restare, nato a bordo di una nave, non ne è mai voluto scendere. Ma non è solo questo. E’ anche un’importante lezione di vita, giocata sull’ironia e l’assurdo, tecniche che Baricco sa gestire perfettamente. Novecento rappresenta ogni singolo individuo, e la nave in questione simboleggia il retaggio di abitudini, pregiudizi e assuefazioni che regolano la vita dell’uomo. Nel corso della lettura ci sentiamo estremamente vicini a Novecento, man mano ci rendiamo conto di poter capire le sue paure, le sue aspirazioni, i suoi desideri. Ma soprattutto, facciamo nostro l’invito di Baricco: non affidare la nostra brevissima vita ad un insieme di preconcetti, che rischiano di camuffare una prigione in libertà; imparare ad assaporare il nostro diritto di essere noi stessi e di creare una vita a misura dei nostri sogni; saper difendere con i denti il dovere di essere individui prima che parte della massa; avere il coraggio di osare anche se può sembrare follia. Ora ci chiediamo: Novecento seguirà i consigli del suo creatore? Scenderà finalmente la scaletta che lo separa dal mondo? “Ai posteri l’ardua sentenza”, o meglio, a voi, se deciderete di intraprendere la lettura di questo libro, piccolo, ma ricco di sogni, al di là della scelta del nostro protagonista. Roska. “D’AMORE e OMBRA” di Isabel Allende. “…ribatteva che la dittatura non aveva risolto alcun problema, ma solo aggravato quelli esistenti e creato altri, e che la repressione impediva di conoscere la verità. Avevano collocato un tappo ermetico sulla realtà e avevano lasciato che lì sotto fermentasse un caldo atroce, accumulando tanta pressione che quando fosse esploso non ci sarebbero stati macchinari di guerra né soldati sufficienti per controllarlo.” Queste parole risuonano come un urlo, attraverso il quale Isabel Allende intende denunciare la drammatica vicenda dei desaparecidos e delle loro famiglie, ovvero la terribile esperienza vissuta dal Cile intorno agli anni settanta; più che di urlo, sarebbe giusto parlare di implacabile sussurro, perché, sfruttando le sue incredibili doti, la scrittrice racconta le prevaricazioni e le angherie della dittatura con tono dolce e femminile, ma al tempo stesso caparbio e inesorabile, che non lascia al lettore dubbi: la parola è una lama affilatissima, che incide alla perfezione i colpevoli e le colpe. Isabel Allende e la sua famiglia hanno vissuto sulla propria pelle la violenza, fisica e morale, che viene descritta: vissuti in Cile, in seguito al golpe di Pinochet hanno dovuto rifugiarsi in Venezuela, per poi approdare negli Stati Uniti. Di conseguenza, la storia di Irene e Francisco, rispettivamente giornalista e fotografo, assume molti accenti autobiografici, attraverso i quali la scrittrice fa emergere la disperazione e l’impotenza provata dalle vittime del potere. Tuttavia, accanto al tormento e al fatalismo, troviamo ben visibili anche la forza e l’energia di alcuni personaggi, che forse non riusciranno a sconfiggere totalmente il regime dittatoriale e ciò che ne deriva per conseguenza, ma otterranno perlomeno di non dover vendere le proprie idee o rinunciare alla propria vita. Irene e Francisco rappresentano appunto la lotta in nome della libertà, fisica e morale, perché, come intende farci capire la scrittrice, l’unico mezzo che veramente può incutere timore ai governi totalitari, ciò che è in grado di far crollare il potere incondizionato, è proprio la coscienza che i popoli sottomessi hanno di se stessi e dei propri diritti. Allora, ecco perché il romanzo si chiude con un segno di speranza: quando i popoli saranno finalmente consapevoli della libertà a cui hanno diritto, non ci saranno “né macchinari di guerra né soldati sufficienti” per controllare la tensione e la rabbia repressa nel corso di un intero regime dittatoriale. Roska.
a cura di dylanfour e xavier - © 2004 - |